Protagonisti, conoscenze, esperienze

A cura di Cristina Accornero, Margherita Bongiovanni, Giovanni Ferrero, Sergio Pace, Pier Paolo Peruccio, Nunzia Spiccia

Con la collaborazione degli studenti dei corsi di Architettura, Ingegneria, Design e Comunicazione: Francesca De Rosas, Claudia Ianau, Gabriella Lopuzzo, Federica Marchegiani, Mattia Mauro, Elisabetta Molina, Valentina Palazzo, Sara Padula, Francesca Turi e Lucia Zagalolo.

Percorso espositivo realizzato attraverso immagini, documenti, video, materiali multimediali e oggetti provenienti dalle collezioni storiche del Politecnico di Torino.

Come ha scritto Jared Diamond in Armi, acciaio e malattie. Breve storia degli ultimi tredicimila anni (1997), la necessità è la madre dell’invenzione.

La sostenibilità nasce anch’essa in questi termini? L’attualità di questa parola, tanto diffusa nella società contemporanea da diventare talvolta un luogo comune, rischia forse di far perdere di vista il retroterra culturale, alla base di una visione rivoluzionaria di come vivere nel mondo.

La mostra Alle radici della sostenibilità intende restituire una lettura storico-critica della sostenibilità, in relazione allo sviluppo tecnologico degli ultimi due secoli, con una particolare attenzione rivolta al dibattito internazionale sulle radici del pensiero ambientale. Lo sguardo al passato è al centro del racconto di un’esposizione che rintraccia le origini del movimento contemporaneo nel pensiero visionario di scienziati e intellettuali, a partire dal XVII secolo.

Così, si osserva che la prima presa di coscienza della necessità di salvaguardare le risorse nasce dall’esperienza di vita quotidiana e sta alla base della struttura organizzativa statale: tra Seicento e Settecento, lo sfruttamento dei boschi per la costruzione di città, flotte mercantili o militari, ma anche l’uso continuo della raccolta del legname per la vita domestica di villaggi e comunità, spingono a immaginare una riorganizzazione amministrativa e una gestione razionale del patrimonio forestale. Movendo da tale consapevolezza, si sviluppa un’idea di sostenibilità che, nel corso di due secoli, si manifesta sottotraccia e in forme differenti, in diversi campi del sapere - dalla poesia alla filosofia, dall’economia alla scienza - fino a ritrovarsi al centro della vita quotidiana e delle agende politiche delle società contemporanee, all’alba del XXI secolo.

La mostra prevede anche una serie di approfondimenti virtuali, ospitati dal sito www.biennaletecnologia.it e raggiungibili anche grazie all’impiego di codici QR.

In questa duplice modalità, l’esposizione è concepita seguendo tre itinerari distinti, legati da un filo conduttore che racconta l’evoluzione di un’idea e il ruolo dei principali protagonisti.

Il primo percorso, sviluppato sui pannelli cronologici disposti lungo le pareti, ricostruisce a grandi linee il processo che ha condotto all’idea stessa di sostenibilità. L’obiettivo è individuare le radici storiche della questione, attraverso una sequenza che intreccia pensiero, opere e azioni di intellettuali, scrittori, filosofi, economisti e scienziati impegnati a trovare forme di razionalità nel difficile rapporto tra Uomo e Natura.

Il secondo percorso è sviluppato sui pannelli sospesi al soffitto, dedicati alle otto parole chiave - popolazione, produzione industriale, cibo, risorse, inquinamento, democrazia, salute, consapevolezza – messe in relazione con gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, approvata dall’ONU nel 2015. In questa sezione della mostra si esplorano i rapporti che intercorrono tra tecnologia e ambiente: le innovazioni industriali e tecnologiche, unite ai progressi dell’ingegneria e dell’architettura, hanno condotto a mutazioni con risultati talvolta inattesi ma, in alcuni casi, ad alto coefficiente di rischio. In un continuo confronto tra passato e presente, la sequenza di questi esiti nefasti è accompagnata, per quanto possibile, dalla rappresentazione dei possibili rimedi, frutto di continue ricerche tecnologiche, volte a salvaguardare l’ambiente.

Il terzo percorso in mostra è offerto dalla presenza di video, e soprattutto di oggetti e documenti provenienti dalle collezioni del Politecnico di Torino: l’ateneo torinese, infatti, ha ricoperto un ruolo spesso cruciale nella storia della definizione dell’idea di sostenibilità tra XIX e XXI secolo, dalle indagini del fondatore Quintino Sella ai progetti messi in campo dal Green Team.

L’iniziativa è dedicata alla memoria di Roberto Peccei (Torino, 6 gennaio 1942 – Los Angeles 1 giugno 2020), docente di Fisica in Europa (Max-Planck-Institut für Astrophysik) e negli Stati Uniti (Stanford University; University of California, Los Angeles), membro del comitato esecutivo del Club of Rome e presidente della Fondazione Aurelio Pecce

In ottemperanza alle norme contenute nel nuovo DPCM del 3 ottobre 2020, la mostra è sospesa ma l'installazione sarà in ogni caso ospitata nei corridoi della sede centrale del Politecnico di Torino e  fruibile anche attraverso una serie di banner sospesi lungo i portici di Via Po.

Politecnico di Torino, Sede Centrale - Corso Duca degli Abruzzi 24